Look, Ma, I’m on top of the world!

 

 

La parabola di Adam Ant è una tra le più gloriose e tragiche della storia del punk.
Uno dei primissimi sulla scena londinese (addirittura i  Sex Pistols avevano cominciato facendo da supporto alla sua band precedente, Bazooka Joe, che era fortemente influenzata dai Roxy Music e Marc Bolan), è stato l’unico che in un clima alla Destroy affrontava tematiche “intellettuali” come arte e sesso maledetto, ma con uno spirito assolutamente nuovo. Il suo minestrone di Oscar Wilde, Andy Warhol e Clint Eastwood lo rendeva unico, stuzzicante e irriverente, e poi musicalmente la sua miscela di energia punk, sperimentazione futurista e puro noise non aveva uguali (ascoltare per credere non i suoi dischi ufficiali ma le Peel Sessions del ‘78 o i numerosi bootlegs dal vivo del primo periodo, o il lato B dei singoli).

La discografia ufficiale comincia tardi, nel 1978, con un singolo satirico e acustico con tanto di clarinetto sul lato A (“Young Parisians”), che gli assicurò il completo disinteresse da parte dei punk, e un killer rock’n’roll /fetish sul lato B (“Lady”), ma il suo culto nella Londra più esagerata, grazie ai suoi brucianti concerti e ai vari bootlegs già in circolazione, crebbe. Dopo un altro singolo uscì il primo LP, e, sia per i riferimenti colti (l’album si intitolava “Dirk wears white sox”, cioè “Dirk porta calzini bianchi”, dove Dirk è Dirk Bogarde, l’attore inglese protagonista del dramma gay “Morte a Venezia”) a surrealismo, futurismo, pop art  e sesso selvaggio sia per l’essere arrivato al disco in ritardo sui tempi (nel 1979 non c’era più la spinta estrema come nel 1977) l’album risultò abbastanza ostico al pubblico, e non vendette molto, pur essendo una leggenda nell’underground. A questo punto entrò in scena Malcolm McLaren, che, sciolti i Sex Pistols, con un Sid morto e una serie di grane legali in corso, contattò Adam e insieme elaborarono teorie che introducevano nelle sue performances elementi fino a quel momento assenti, ma fortemente accomunabili al punk, come i costumi pirateschi e le percussioni tribali. Fino ad un certo punto le cose tra i due andarono abbastanza bene, poi però Adam abbandonò McLaren, ma gli Ants non lo seguirono. Adam si unì allora a Marco Pirroni, chitarrista tecnicamente non dotatissimo ma sperimentale e genialoide, anche lui uno dei primi sulla scena londinese (aveva suonato al festival punk del 100 Club con i Flowers of Romance, dove esordivano anche Siouxsie e Sid), e Malcolm, con i restanti Ants e l’introduzione della prima pedo-popstar Annabella Lu Win, supervisionò la nascita dei Bow Wow Wow, che avranno un discreto, anche se breve, successo.

Adam, invece, cominciò a comporre con Marco, mise insieme una nuova band che, oltre a Pirroni, comprendeva anche due batteristi e l’ex bassista dei Roxy Music, e si presentò al pubblico completamente cambiato, senza i completi sado-maso e i riferimenti artistici ma con una filosofia dirompente: il punk è servito a far emergere gli spiriti affini (una nuova famiglia reale, una selvaggia nobiltà), che combattono romanticamente da soli contro tutte le istituzioni e le mentalità, ora la battaglia si è allargata ed è necessario che venga estesa ancora di più, che coinvolga tutti, e i punks (che Adam chiama Sex People) sono come quei pellerossa (gli Esseri Umani) che guardano dall’alto di un canyon tutta la vallata sottostante, non sapendo quali pericoli troveranno e se in grado di combatterli, ma comunque li affrontano: i Re della Frontiera Selvaggia!

 

Dopo una visione così onnicomprensiva della protesta adolescenziale da risultare tutto sommato abbastanza ristretta come era stata quella del punk ’77, questa nuova versione del combattente della strada trovò subito terreno fertile, soprattutto da parte di molti che erano un pò delusi da come stavano andando le cose, e, incredibile, da parte delle ragazzine. Da idolo sotterraneo Adam fu catapultato a Top of the Pops con una velocità impressionante, l’Inghilterra, e non solo, si inchinò a lui e alle sue Formiche e, unico caso nella storia del punk, si trovò il secondo LP (quello della svolta “pirata/indiana”) in testa alla classifica dei dischi pop, 2 o 3 singoli nei primi 20 posti e il primo LP, ristampato in seguito al successo del secondo, in testa alla classifica Indie. Era sulla copertina di tutti i giornali (soprattutto quelli da teenagers, gli altri lo trattavano con un pò di sospetto), era la “sensazione” del momento, faceva un pacco di soldi, ma i punks restavano con lui, anche se cominciavano ad avere delle riserve (con scene assurde: ad un concerto nel 1980 al Lyceum di Londra, la più prestigiosa sala da concerti della cità, in pieno centro sullo Strand, c’era una coda di due isolati - gli inglesi FANNO la coda, anche i punks -  di creste, kilt scozzesi, strisce bianche sul naso, piume, zip, giacche di pelle: tutti ad aspettare che aprissero per i biglietti, teenagers non ce n’erano, e il pogo era furibondo!

Stava nascendo il video come forma di comunicazione abbinata alla musica, e Adam fu uno dei primissimi a crederci ciecamente, facendo spendere capitali alla sua etichetta per i suoi mini-film, nei quali dava forma alle sue fantasie più folli, e rompendosi anche un braccio in una scena che aveva preteso di girare senza controfigura! Il terzo LP (il Principe Azzurro, Prince Charming), nel quale Adam si proponeva come un dandy settecentesco, non convinse, anche se vendette abbastanza bene, e i punks gli girarono le spalle.

Gli ANTS a Bologna, 1981

Tour in America e Giappone ma nuovi dischi sempre più mosci anche se prodotti da nomi enormi (le case discografiche non sono molto interessate al lato artistico, e quindi giù con i produttori iper-commerciali come Phil Collins e Andrè Cimone, il braccio destro di Prince) con ogni tanto qualche chicca per i vecchi appassionati, che comunque, anche se in molti casi tappandosi il naso, continuavano a seguirlo (tutti i lati B dei singoli contenevano sempre uno dei pezzi del primo Adam and the Ants, quelli mai usciti ai tempi).

Tentò la carriera di attore (probabilmente i ruoli più interessanti li ha interpretati in Nomads e Slam Dance) con mediocre successo, arrivò al punto, visto che il suo pubblico era ormai costituito in gran parte da donne che lo apprezzavano più per i lineamenti che per la musica, di spogliarsi in tour e di chiamare il disco “Strip” (forse uno tra i punti in assoluto più bassi della sua carriera). Stava raschiando il barile, pur di rimanere nel grande circo del pop, e ormai non se lo filava più nessuno. Cominciò così a cadere nella depressione.

folli al seguito del tour, da VR prima a BO e poi a MI, durante una sosta

Ogni tanto produceva qualche pezzo passabile, ma l’ispirazione era decisamente scemata, anche perchè Adam ormai era diventato “old news”, il suo momento era passato e i produttori l’avevano capito e su di lui non rischiavano più. Cominciò a frequentare psicologi e analisti, prendeva pillole. Nel periodo in cui era in testa alle classifiche si era fatto vivo con lui anche suo padre, che aveva abbandonato la famiglia quando Adam (vero nome Stuart) era piccolo, e la notizia era stata pubblicata sui vari giornali inglesi, così come quando, qualche anno più tardi, il padre fu arrestato per pedofilia. Adam e la sua depressione ormai andavano a braccetto: un giorno, dopo essere stato preso in giro in un pub, Adam tornò a casa, prese una pistola, rientrò al pub e sparò, in aria per fortuna. Fu arrestato e processato, e le sue foto con barba, occhiali e coppola sono state pubblicate su vari giornali nel mondo. Ora probabilmente il mondo della musica si è dimenticato di lui, e per nostra fortuna non è entrato (ancora, ma forse la ragione è solo il periodo “no” che sta passando) nel giro del revival anni ’80, ma la sua avventura tra Olimpo e Inferno non è stata dimenticata, soprattutto dagli inglesi che l’hanno potuta seguire dai giornali scandalistici, e da quanti allora avevano visto in lui il futuro del rock’n’roll, anche in Italia, dove non è praticamente conosciuto da nessuno se non da qualche ormai vecchio aficionado/a: suo era stato il concerto a Milano, nel 1978, che aveva infiammato i giovani e ignari milanesi spingendoli a formare i primi complessi punk italiani e a scrivere le prime fanzines!

Se vi interessa la prima scena milanese, questo è un sito dedicato solo a quella e alla passione di questi amici per Adam, nata da quei fatidici concerti.

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