Il processo di democratizzazione della musica, sostanzialmente promosso da internet, attraverso lo scaricamento selvaggio a costo zero da una parte (quella del CD) e la disponibilità immediata di LP acquistabili una volta inimmaginabile, su aste e liste in rete, hanno fatto sorgere un problema. Adesso, a differenza di pochi anni fa, acquistare certe edizioni rarissime, prime stampe con matrici A1 B1, dischi privati, amatoriali, o usciti solo per mercati localissimi, che tra l’altro fino a poco tempo fa nessuno ci aveva mai citato e che ora sono elencati in comodi cataloghi disponibili online o stampati (che saranno magari opinionatissimi ma che comunque ce ne parlano, di ‘ste perle!!!) non è più impossibile, è anzi abbastanza facile. Non bisogna aspettare la fiera del disco per scovare certe chicche, e magari dover dipendere dall’onestà o meno del venditore giudicata solo in base a una veloce impressione, si possono trovare 24 ore al giorno. Con una connessione veloce o un pò di soldi, alla svelta si riesce ad avere una discreta varietà di suoni, digitali o analogici che siano, quindi dopo relativamente poco tempo si pone il problema: e adesso cosa posso ascoltare?
Quando conosci a memoria i tuoi Floyd, Zeppelin o Coldplay e tutto quello che gli viene dietro cosa fai, lo ricompri in edizione giapponese, in megamix, in super-ultra-audio minidisc o vai oltre?
Se decidi per l’oltre (further in inglese, o Furthur, come il mitico bus psychedeliko dei Merry Pranksters di Ken Kesey, quelli che organizzavano gli Acid Tests servendo aranciata corretta a tutti mentre i Grateful Dead intrattenevano il pubblico, nella San Francisco del 66) allora le strade si allargano e scopri che c’è un pacco di gente che ha provato a fare i Doors o chi per essi, e c’è di solito riuscita, almeno in parte. E qui sta il problema.
Quelli che hanno inciso un disco completamente originale e riuscito bene sono abbastanza pochi, e li conoscono tutti. Chiamiamoli artisti 100%. Poi la percentuale scende, e il livello di discesa è molto più personale: non ci troviamo a che fare con capolavori conclamati ma con opere di ingegno che nei 20-30-40 anni da che sono state prodotte non sono state conosciute se non da poche persone, e tra queste non tutti ne hanno tratto la stessa opinione. Anche se a me piacciono gli artisti X, Y e Z, quando vado a suggerire ad un altra persona, che condivide il mio gusto per gli X, Y e Z, di ascoltare gli W non è detto che questa persona li gradisca, per cui non sempre ci è possibile fidarsi di un parere esterno. Quindi, per essere sicuri di trovare quel “suono” che ci manca, non possiamo che percorrere una strada: andare alla cieca, aspettare che sia quel suono a trovare noi. È una soluzione un pò Zen, però è l’unica. Tuttalpiù possiamo combinare gli elementi per restringere il campo di ricerca: fornire il periodo, la corrente artistica, magari gli strumenti utilizzati. Non ultimo l’aspetto della copertina, anche se ci sono dischi stupendi con copertine da vomito (non intendo solo il primo dei Damned), e ciofeche infami con firma Roger Dean. E poi ci sono le raccolte, che servono egregiamente per farsi un’idea di cosa stava succedendo in un certo periodo: se trovo una raccolta con i Pink Floyd, potrebbe farmi scoprire gli Hawkwind, quello strano complesso inglese che si è trovato ad essere padre di tutta la scena trip-space pur avendo al suo interno Lemmy dei Motorhead, o anche i Can, che forse più di tutti hanno anticipato le direzioni della musica, non solo del rock.
Quando si cerca “un” genere, le antologie diventano a volte l’unico mezzo per approfondire (specie quando si tratti di generi dove il supporto originale è quasi sempre solo il 45 giri, o il 78, a meno che uno non abbia il tempo e il tanto denaro per cercarsi gli originali, e questo vale per quasi tutti gli stili: blues, rock’n’roll, punk, garage, primo pop, freakbeat, psych, eccetera .
ma chi è ancora interessato ad approfondire? E cosa, poi, ne vale veramente la pena?
Questo angolo vorrebbe servire a questo: conosci un disco che secondo te è particolarmente interessante e vorresti che chi l’ha realizzato venisse apprezzato da altre persone? Non si pretende che debba piacere a tutti, ma è ovvio che il disco in questione non debba essere tra quelli più famosi (niente Dark Side, please), abbia un fascino particolare e sia reperibile con cifre contenute (sono capaci tutti di dire che i Kaleidoscope inglesi sono fantastici, ma provate a comprarlo e vedete che cifre spara chi ce l’ha, anche per una ristampa!).
Segnalacelo, e spiegaci anche perchè qualcuno dovrebbe perdere il tempo per ascoltarlo. Se poi riesci a fare una foto della copertina, ancora meglio.
Non solo oscurità abissali, quindi, ma anche cose minori di nomi conosciuti: a me, per esempio, piace moltissimo Reel to reel, un disco che Arthur Lee dei Love ha registrato verso il 1977, cioè dieci anni dopo i suoi capolavori Da Capo e Forever Changes che sono nella top ten dei critici di tutto il mondo, ma il disco che piace a me è snobbato da tutti come una cosa secondaria nella sua produzione (e probabilmente lo è, ma per me è sicuramente più ascoltabile di tutta la discografia dei Dire Straits), per cui, se si trova, non costa molto, ed è godibilissimo! E poi Harvey Mandel, i Chilliwack, i Phluph, Donny Hathaway... ….
Avanti con le segnalazioni, e speriamo che serva a diffondere il Verbo.
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